giorno 80 - 8 novembre 2006 
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Pioviggina e la nebbia è fitta. Le previsioni promettono comunque bel tempo nel primo pomeriggio e io mi fido. Convinco Petino a restare un'altra notte a Monterey così oggi possiamo visitare la zona senza doverci spostare con il camper. La Vespa non funziona, quindi cosa resta oltre alle gambe? Eh già, le biciclette.

Ad ogni modo questa mattina andiamo in città a fare un giro, in attesa che il cielo si apra. Monterey è famosa sia come meta turistica sia come sede di uno dei più begli acquari di tutti gli States. Dopo aver fatto quattro passi per il centro della "nuova Monterey", io vado all'acquario mentre Petino va per i fatti suoi. Non avevo mai visto un acquario così: arrivo giusto in tempo per assistere alla sessione quotidiana di due subacquei che si tuffano nella gigantesca vasca per dare da mangiare ai pesci. Ci sono tartarughe giganti, squali bianchi e tantissimi pesci variopinti. In altre vasche nuotano pesci dalle forme più strane, e poi coralli, mante, un'infinità di meduse che sembrano capolavori d'arte animata viste al controluce. Le lontre ed i leoni marini non sono di stagione, ma solitamente stanno nella "vasca esterna" dell'acquario, ossia in oceano aperto proprio sulle rocce davanti alla terrazza. Raggiungo Petino proprio mentre il sole sta fendendo le nuvole, è ora di tornare in campeggio a prendere le biciclette.

Impossibile resistere alla tentazione di seguire la rinomata "17 Mile Drive" che da Pacific Grove passa per l'esclusiva zona residenziale di Pebble Beach per scendere a Carmel. C'è una pista ciclabile che segue il lungomare e si congiunge a questo anello di 17 miglia (circa 28 km). Inforchiamo le bici e partiamo. Il sole ha avuto la meglio sulle nuvole e la giornata promette bene. Nel paesino di Pacific Grove ci troviamo proprio di fianco al mare aperto e seguiamo il percorso previsto con un vento contro che rende difficile pedalare. Se in condizioni normali su strada pianeggiante riesco a tenere una media di 29-30 km/h, a causa del vento arrivo a malapena ad una media di 16, con frequenza cardiaca al 97%. Praticamente è come se fossi in salita costante con pendenza dell'8%. Sono molte le occasioni in cui rischio di essere letteralmente sbattuta a terra dalle folate che provengono dal mare e mi scuotono lateralmente. Devo continuamente pendere a destra per tenermi in sella e controbilanciare le sferzate di vento. Petino invece grande com'è non ondeggia neanche. Arriviamo all'ingresso di Pebble Beach ed entriamo gratuitamente (le auto devono pagare $8 per il privilegio di attraversare questa zona residenziale). Campi da golf sulla nostra sinistra (mi chiedo come facciano i golfisti a tirare la pallina e riuscire a tenere il cappellino in testa con questo ventaccio) su cui si affacciano ville lussuosissime, scogli e l'oceano Pacifico che vi si infrange rabbioso sulla nostra destra, noi al centro di tutto questo che ci diamo con i pedali. Ci fermiamo diverse volte per le fotografie, in alcuni punti remoti dei campi da golf alcuni cervi brucano indisturbati; arriviamo al punto di osservazione del "Cipresso solitario", una varietà di cipressi particolare detta appunto Cipresso di Monterey, diverso dai nostri cipressi "da cimitero" questo ha una folta chioma, è tozzo e cresce solo vicino al mare. Scendiamo infine i tornanti che portano a Carmel, un paesino carinissimo che sembra uscito dritto dritto da una favola di Hans Christian Andersen. Diamo un rapido sguardo alla spiaggia e percorriamo l'intera strada principale, Ocean Avenue, praticamente un unico centro commerciale di raffinate boutique. A questo punto manca più o meno un'ora e mezza al tramonto e dobbiamo per forza fare ritorno. Sempre pedalando controvento, torniamo sui nostri passi e raggiungiamo il campeggio che ormai stanno calando le ombre della sera. Il tachimetro segna 34 miglia (55 km). Le gambe sono stanche ma siamo soddisfatti della giornata e pronti per il meritato riposo. Il lavoro comunque mi aspetta...

L'acquario di Monterey.

Meduse all'acquario.

Un molo convertito in centro commerciale.

Il porto di Monterey.

Rocce e onde lungo la costa.

Altri scogli.

Il mare sempre lungo il nostro giro in bici.

Un cerbiatto che preferisce l'erbetta dei campi da golf.

Vista del mare da Pebble Beach.

Un'altra.
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